Finalità IRC

Finalità

Il Servizio IRC si propone di assicurare nelle scuole, statali e paritarie, di ogni ordine e grado, un servizio qualificato in ordine all’insegnamento della religione cattolica.

Compiti

Il Servizio IRC:

  • promuove lo sviluppo culturale e pedagogico dell’insegnamento della religione cattolica in conformità alle disposizioni concordatarie
  • cura la formazione e l’aggiornamento permanente dei docenti di religione cattolica
  • mantiene e sviluppa i rapporti con le autorità scolastiche per una corretta attuazione della normativa concordataria e delle successive disposizione esecutive
  • promuove la collaborazione dei docenti di religione cattolica con l’Ufficio di Pastorale della Scuola e con le associazioni che lavorano nel campo dell’educazione e della scuola
  • sostiene l’inserimento attivo e responsabile dell’insegnante di religione cattolica nella propria parrocchia di appartenenza e nella diocesi di Palermo

Per saperne di più…

L’Insegnamento della Religione Cattolica è una disciplina scolastica a tutti gli effetti. Non è mossa da finalità catechistiche, ma si qualifica come proposta culturale offerta a tutti, credenti e non.

In tal senso, pur essendo indirizzata in particolare ai credenti, si propone come insegnamento che va oltre le personali scelte di fede, essendo prioritaria la sua vocazione culturale: decidere di avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica per un ragazzo non significa dichiararsi cattolico, ma piuttosto scegliere una disciplina scolastica che si ritiene abbia un valore per la crescita della persona e la comprensione della realtà in cui siamo inseriti.

  • La presenza, nel contesto scolastico, dell’Insegnamento della Religione Cattolica è legata dunque, in base al nuovo Concordato, a motivazioni culturali e pedagogiche. Proprio per questo, lo Stato attribuisce all’Insegnamento della Religione Cattolica, svolto «nel quadro delle finalità della scuola», una dignità formativa e culturale pari a quella delle altre discipline. Questo si fonda su un triplice riconoscimento:a) il fatto religioso ha una notevole rilevanza culturale per comprendere la nostra storia;b) i princìpi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano;c) l’Insegnamento della Religione Cattolica contribuisce a dare una risposta specifica al bisogno di significato che ciascuno ha in sé.
  • L’Insegnamento della Religione Cattolica viene svolto in conformità alla dottrina della Chiesa e accetta, al tempo stesso, di assumere le finalità della scuola, proponendosi non come realtà anomala nell’ambiente scolastico, ma come attività integrata nel complesso dell’esperienza didattica.Con esso, come per ogni disciplina, ci si propone l’acquisizione di conoscenze specifiche, la trasmissione di informazioni corrette e pertinenti, nel rispetto dello spirito critico e della libertà dello studente.
  • Nel caso specifico di questa disciplina, i contenuti sono legati al fatto religioso (cristiano in particolare) in rapporto agli interrogativi fondamentali che ciascun uomo si pone. Oltre agli obiettivi didattici, l’Insegnamento della Religione Cattolica si offre come strumento per la realizzazione di finalità educative e formative: si tratta della crescita umana, libera e responsabile, in rapporto alle scelte del credente.

L’Insegnamento della Religione Cattolica si assume l’impegnativo compito di aiutare lo studente a maturare una posizione personale in materia religiosa, coerente e rispettosa delle posizioni degli altri.

La revisione del Concordato del 1984 ha trasformato il precedente insegnamento religioso obbligatorio, con possibilità di esonero, in un insegnamento facoltativo del quale è possibile avvalersi o non avvalersi con apposita dichiarazione fatta all’atto di iscrizione.

Religione, cultura e scuola sono tre realtà fra loro strettamente in relazione.

Il termine cultura indica il patrimonio della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo; con scuola si intende un’istituzione avente fini educativi che, attraverso un’istruzione metodicamente ordinata, ha il compito di affiancarsi (e non di sostituirsi) alla famiglia, al fine di promuovere tramite contenuti propri l’autonomia del giovane, la sua formazione razionale, critica, aperta al confronto; la religione, infine, indica quel complesso di credenze e di atti di culto che collega la vita dell’uomo ad un ordine superiore. in particolare alla divinità.

È riconosciuto anche da parte della cultura cosiddetta «laica» (seppure in base a considerazioni puramente storiche e antropologiche, condivise anche dal credente) che la religione è parte integrante delle matrici culturali di ogni civiltà: la comprensione di determinati periodi e processi storici, gli usi e i costumi dei popoli, le loro espressioni artistiche e le conoscenze scientifiche risentono pienamente dell’influenza religiosa.

Tralasciare, quindi, detta componente nella scuola significa non capire appieno la nostra realtà culturale e misconoscere addirittura le proprie radici costitutive.

L’avvento del cristianesimo, e specificatamente del cattolicesimo, ha cambiato il volto dell’Occidente in maniera irreversibile e questo non solo per i credenti, ma anche per i non credenti: esso si è affermato come un vero e proprio «orizzonte» spirituale, che si è imposto in maniera tale da non essere più suscettibile di svalutazione.

Paradigmatico è il titolo del celebre saggio «Perché non possiamo non dirci cristiani», scritto dall’idealista e «non credente» Benedetto Croce: il Cristianesimo, una volta apparso, è diventato un termine di confronto imprescindibile anche per il non credente, in quanto componente fondamentale dello stesso processo culturale.

Quindi non è difficile capire i motivi della presenza dell’Insegnamento della Religione Cattolica nella scuola italiana, il ruolo che esso svolge riguardo lo studio del fatto religioso come espressione dello spirito e della cultura dell’uomo.

La finalità dell’Insegnamento della Religione Cattolica non è tanto la conversione o la maturazione della personale esperienza di fede dello studente, quanto, piuttosto, il pieno sviluppo della personalità dell’alunno nella sua componente umana e civica, così come è sottolineato nel Concordato fra la Santa Sede e la Repubblica Italiana.

I.R.C. e Famiglia

La risposta ampiamente positiva, che l’Insegnamento della Religione Cattolica ha ricevuto in questi anni è un chiaro segno di fiducia da parte della famiglia verso il servizio educativo che questa disciplina offre, servizio «volto a formare personalità giovanili ricche di interiorità, dotate di forza morale e aperte ai valori della giustizia, della solidarietà e della pace, capaci di usare bene la propria libertà» (cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla XXXIV Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Roma 08 maggio 1991).

Infatti, a monte della scelta del giovane per l’Insegnamento della Religione Cattolica, incontriamo le istanze del genitore, che rivolge alla scuola una sincera domanda di educazione e sente la necessità che tale istituzione stabilisca un rapporto profondo ed autentico con l’universo giovanile, rapporto che non eluda le domande religiose e i bisogni interiori degli alunni.

I figli sono anche «studenti», ma innanzitutto persone in via di maturazione, che hanno bisogno di compiere un percorso di confronto con un quadro di valori che ne favorisca una crescita organica e strutturata. Per questo l’Insegnamento della Religione Cattolica svolge una funzione di sostegno, ritenuta valida anche e soprattutto da quei genitori che ritengono indispensabile trasmettere alle nuove generazioni i valori cristiani.

La possibilità di avvalersi o meno dell’Insegnamento della Religione Cattolica riveste un significato indubbiamente positivo nei confronti degli alunni e delle famiglie, in quanto fa sentire lo studente sempre più protagonista della propria formazione, promuove il valore della libertà di coscienza e spinge genitori e figli ad un confronto aperto e costruttivo su che cosa significhi effettivamente «andare a scuola» ed operare scelte mature e responsabili. In questo senso l’opera propositiva della famiglia si rivela indispensabile, come un compito che nessun’altra agenzia educativa può assolvere.

Così tra famiglia e Insegnamento della Religione Cattolica si può realizzare un rapporto di collaborazione, come sottolineano le parole pronunciate da Papa Giovanni Paolo Il in occasione del simposio europeo sull’Insegnamento della Religione Cattolica, tenutosi a Roma nel 1991: «Incoraggio di cuore tutte le famiglie e, in particolare i genitori cattolici, consapevoli oggi del gravoso compito educativo che è loro affidato, a scegliere l’insegnamento religioso per i propri figli e a rendersi, nello stesso tempo, responsabili e protagonisti, insieme ai docenti di religione e agli stessi giovani, del cammino di progresso di tale insegnamento».

Comunità cristiana e I.R.C.

La comunità cristiana, l’Insegnamento della Religione Cattolica ed il servizio del docente di religione sono strettamente collegati. Il loro obiettivo comune consiste nel promuovere la formazione integrale della persona: l’Insegnamento della Religione Cattolica sotto l’aspetto cognitivo, l’attività pastorale nel cammino di fede. Pertanto, il rapporto tra la comunità cristiana e l’insegnante di religione dovrebbe essere basato su una collaborazione reciproca e rispettosa dei diversi ruoli.

Ma come sensibilizzare la comunità sull’importanza della formazione umana e religiosa del giovane nell’ambito scolastico? Uopera di sensibilizzazione può essere resa proficua attraverso incontri e momenti di confronto in cui emerga il progetto educativo che il docente di religione propone all’interno della scuola, progetto volto alla promozione di una cultura di valori autenticamente cristiani, fondati su Dio, sulla dignità dell’uomo e sul Vangelo dell’amore.

L’Insegnante di Religione con il suo lavoro stimola l’approfondimento dei grandi interrogativi relativi al senso della vita, al significato del mondo che ci circonda e agli impegni concreti che rendono ogni uomo veramente tale. Le tematiche elaborate nell’ora di religione a scuola possono costituire un punto di partenza per la realizzazione, nell’ambito della comunità cristiana, di proposte e di progetti per i ragazzi.

Nell’ambito parrocchiale l’Insegnante di Religione può essere valorizzato per le sue competenze culturali in attività di formazione degli operatori pastorali su alcune tematiche che riguardano da vicino i giovani e la loro formazione personale e religiosa.

Inoltre si deve tener presente che l’Insegnante di Religione viene spesso a contatto con le esigenze, i conflitti, le tendenze ed i problemi più urgenti dei giovani.

Il lavoro coordinato di scambio di informazione e di collaborazione può favorire la sensibilizzazione di tutta la comunità sui comportamenti e i disagi giovanili.

L’Insegnante di Religione può aiutare la comunità cristiana a sperimentare nuovi linguaggi adatti a trasmettere il messaggio religioso e a proporre esperienze significative per la vita e la crescita del giovane. Ciò serve ad avvicinare i giovani, la scuola e la comunità cristiana alle sfide della società e favorisce un confronto costruttivo tra i contenuti ed i valori della religione cattolica e la cultura contemporanea.